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Anicka Yi. Metaspore

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Pirelli HangarBicocca presenta dal 17 febbraio al 24 luglio 2022 “Metaspore”, mostra personale di Anicka Yi, una delle figure più innovative e interessanti nel panorama contemporaneo. Nella sua pratica Yi combina linguaggi e tematiche provenienti da ambiti differenti: dalla filosofia alla biologia, dalla politica alla fantascienza.Il percorso espositivo prevede oltre venti installazioni, creazioni multiformi che scardinano i confini tra scienza e arte, tra organico e sintetico, tra umano e non umano, indagando i concetti di metamorfosi, interdipendenza, ecosistema e simbiosi. La mostra stimola l’esperienza sensoriale e percettiva dei visitatori, attraverso odori, forme mutanti ed elementi biologici disorientanti.Ne sono esempio gli ecosistemi microbici dalle molteplici colorazioni dell’opera Biologizing the Machine (spillover zoonotica), 2021, racchiusa in grandi teche di vetro e nata dalla collaborazione con il dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (DISAT) dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Testimonianza del dialogo tra arte e scienza proposto da Anicka Yi, l’opera muta e reagisce all’ambiente circostante, plasmando l’esperienza dei visitatori. La mostra“Metaspore”, a cura di Fiammetta Griccioli e Vicente Todolí, riunisce oltre venti opere di Anicka Yi (Seul, 1971; vive e lavora a New York) realizzate negli ultimi dieci anni e approfondisce l’approccio poliedrico dell’artista coreano-americana, caratterizzato dalla commistione di materiali deperibili e industriali in assemblaggi che sfidano l’aspetto immutabile della scultura e dell’installazione.La mostra, la più completa mai presentata, è concepita come un percorso sinestetico e immersivo, partendo dai primi progetti del 2010, che si distinguono per una ricerca su materiali tattili e olfattivi, per giungere alle installazioni realizzate dall’artista in seguito, insieme al team del suo studio, e con il supporto di figure professionali differenti, quali architetti, scienziati, profumieri, con cui Anicka Yi ha co-creato progetti legati alle innovazioni nei campi della tecnologia e della scienza.Il titolo, “Metaspore”, prende ispirazione dal mondo biologico: le spore sono le unità cellulari che riproducono e danno origine a nuove entità viventi senza la necessità di una riproduzione sessuale, da qui il legame simbolico e concettuale con la mostra di Pirelli HangarBicocca, che si trasforma e muta autonomamente nel corso del tempo. L’esposizione inoltre apre un nuovo capitolo nel lavoro di Anicka Yi: la scelta di approfondire opere del passato si pone come un momento riflessivo e immaginativo per futuri sviluppi ed evoluzioni della sua pratica. Il progetto espositivo è incentrato, da un lato, sulla dimensione olfattiva, presentando una serie di lavori connotati dall’uso di fragranze, e, dall’altro, sull’analisi di processi biologici quali la decomposizione e la metamorfosi.Il visitatore può accedere allo spazio espositivo attraverso un lungo corridoio, originariamente realizzato per la personale dell’artista alla Kunsthalle di Basilea nel 2015. Su ogni lato della struttura è collocata una serie di sculture di sapone alla glicerina e di batteri – racchiusi ed enfatizzati all’interno di vetrine illuminate come a preservare oggetti preziosi. Attraversando questo diorama di suggestioni contrastanti, come quelle legate alle idee di igiene e contaminazione, si è poi immersi in un ambiente scuro contraddistinto da una luce soffusa emanata dalle installazioni in mostra e da un’atmosfera sospesa e avveniristica. Lungo il percorso, lo spettatore è messo a confronto con numerosi altri lavori che invitano alla riflessione sui concetti di corpo, interdipendenza, ecosistema e simbiosi.Tra questi, in occasione della mostra, è stata realizzata una versione rinnovata e ampliata di Biologizing the Machine (terra incognita), presentata alla 58. Biennale di Venezia nel 2019 e qui commissionata e prodotta specificamente per Pirelli HangarBicocca. Proseguendo la sua ricerca pluriennale sui batteri, Anicka Yi e il suo studio hanno collaborato con il dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (DISAT) dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca per dar vita alla riproposizione dell’opera; dal nuovo titolo Biologizing the Machine (spillover zoonotica), 2021, e in un display completamente riconfigurato. Sette grandi teche in vetro ospitano una coltura di Winogradsky (dal nome del microbiologo russo che ha inventato questo dispositivo per lo sviluppo di microrganismi), un ecosistema di batteri del suolo, cianobatteri e alghe, creato localmente. Attraversando cicli di crescita, stasi e decadimento, l’opera contrappone regole e caos e si trasforma nel tempo reagendo all’ambiente circostante: gli organismi assumono infatti diverse colorazioni che generano dipinti sospesi che mutano durante il periodo di mostra.All’interno del percorso espositivo, viene presentato Auras, Orgasms and Nervous Peaches, 2011, realizzato per la prima personale dell’artista alla galleria 47 Canal di New York. L’opera appare come una stanza vuota e asettica senza soffitto mentre i muri esterni trasudano olio d’oliva, innescando un cortocircuito fra interno ed esterno, evocando i fluidi che penetrano e fuoriescono dai nostri corpi. Similmente, in un altro lavoro esposto, Skype Sweater, 2010/2017, Yi esamina il corpo nei suoi aspetti organici e politici, utilizzando materiali iconici del suo lessico visivo quali l’aria, il gel e gli oggetti fritti intempura. L’installazione mette in questione lo sfruttamento dei corpi, la loro relazione con la dimensione animale e lo stile di vita consumistico e capitalista, utilizzando tecniche culinarie e richiamando all’ingrediente base della cosmetica: la glicerina. Un’estetica fantascientifica pervade queste e numerose altre opere presenti in mostra, come Shameplex, 2015, composta da sette contenitori in plexiglass riempiti con un gel ultrasuoni verde all’interno del quale sono conficcati degli spilli, che a contatto con la sostanza glutinosa arruginiscono. Al contempo la dimensione fantascientifica si esprime anche attraverso l’indagine dell’artista sulle paure contemporanee legate all’igiene e alla contaminazione. Le stesse erano protagoniste di “You can call me F”, mostra del 2015 presso The Kitchen, New York, i cui lavori principali sono esposti in Pirelli HangarBicocca per la prima volta insieme da allora. Realizzate all’epoca in un clima di tensione attorno all’epidemia dell’ebola, le cinque installazioni disposte al centro dello spazio espositivo dello Shed somigliano a ‘padiglioni da quarantena’ – strutture composte da pareti trasparenti in PVC, ognuno delle quali reca dipinte sulla superficie esterna forme geometriche e astratte che richiamano i segnali di pericolo biologico.Anicka Yi è emersa come una delle figure più radicali della scena artistica degli ultimi anni 2000, grazie a una ricerca che, situandosi alla soglia fra arte e scienza, partecipa al dibattito attuale sulla ridefinizione delle categorie tra umano e macchina, naturale e sintetico. La sua opera dà origine a narrazioni che intrecciano quesiti filosofici a immaginari fantascientifici, e crea connessioni tra biologia e letteratura, tra vita e racconto,con un approccio che viene definito ‘bio-fiction’. “Voglio fondere scrittura e vita – la concezione che ogni entità vivente abbia le proprie narrazioni, contesti, prospettive, storie – con lo studio della vita, che ora include l’accoglienza di prospettive non umane” (Anicka Yi in Ross Simonini, In the Studio: Anicka Yi, Art in America, 2017).Nella sua pratica Yi combina un’acuta sensibilità per il linguaggio dell’immagine in movimento con le potenzialità di sostanze organiche e biologiche come gel, glicerina, lievito o altri microgranismi, realizzando sculture ibride e installazioni che si articolano spesso in complessi ‘eco-sistemi’. Questo è il caso, ad esempio, di Le Pain Symbiotique, realizzata in occasione della Biennale di Taipei nel 2014 ed esposta anche nella mostra di Pirelli HangarBicocca. L’opera si compone di una struttura trasparente e gonfiabile attraverso cui i visitatori possono scorgere un paesaggio caratterizzato da materiali commestibili inframmezzati da proiezioni di batteri al microscopio.L’artista predilige sensi quali l’olfatto, il tatto e il gusto, largamente trascurati nell’ambito delle culture visive. Perseguendo un approccio di ricerca ...

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